L'amore per l'educazione

“Abbiamo fatto l’Italia, adesso facciamo gli Italiani” è la celebre frase che Massimo D’Azeglio verga subito dopo l’Unità d’Italia. Ma come?

Edmondo De Amicis prova a dare il suo contributo a questa impresa scrivendo “Cuore” nel 1886, un romanzo diaristico, con una forte matrice pedagogica, che celebra l’unione sociale e i valori nazionali che emergono dal Risorgimento. Il successo di Cuore è immediato: in due mesi e mezzo di vita l’opera vantava già 41 edizioni e 18 richieste di traduzione; nel 1923 solo in Italia aveva toccato la milionesima copia, in un’epoca in cui mille copie erano un grande risultato, viene pubblicato in tutto il mondo e si afferma in particolare in Cina con il tiolo “L’amore per l’educazione”.

De Amicis non racconta la scuola del tempo, l’obbligo scolastico terminava a 9 anni e il tasso di dispersione scolastica era altissimo, di fatto i bambini erano visti più come forza lavoro che non come semi dai quali sarebbe germogliata la società del futuro; ma costruisce l’idea dell’educazione: un’istituzione che faccia da motore di aggregazione e volano per la creazione di una società che si riconosce in azioni nobili e buone, in valori educativi positivi degni di essere raccontati.

Oltre un secolo dopo, il tema Scuola è e rimane necessario nel dibattito pubblico di una società che che vede sempre più diffondere, se non celebrare esempi negativi di comportamento e deve far fronte a cambiamenti globali e locali sempre più repentini.
Quale Italia può accogliere ed educare oggi i protagonisti del romanzo deamicisiano? Quante nazionalità possono sedere sui banchi di una scuola elementare?

Per provare a capirlo con un gruppo di giovani attori abbiamo deciso di raccontare nelle scuole e nei teatri le pagine di Cuore come parte di un progetto laboratoriale più ampio tra i cui esiti si annovera la messa in scena dello spettacolo “Cuore/Tenebra, migrazioni fra De Amicis e Conrad”, con la regia di Gabriele Vacis, che ha chiuso la stagione 2017/2018 del Teatro Stabile di Torino.

Durante i laboratori, che hanno coinvolto centinaia di studenti del Piemonte dai 14 ai 17 anni, è apparso evidente come la narrazione delle storie di Enrico Bottini, Garrone, Carlo Nobis, il muratorino, il ragazzo calabrese e tutti gli altri protagonisti di “Cuore”, parallelamente allo svolgimento delle pratiche teatrali volte ad allenare l’attenzione e la consapevolezza, strumenti cardine dell’attività dell’Istituto di Pratiche Teatrali per la Cura della Persona; riscuotessero molto successo fra gli studenti di oggi, tanto da generare effetti positivi a catena sia sulla presenza, sulla conoscenza e accettazione di se stessi, in una fase molto delicata dello sviluppo, l’adolescenza, che nella qualità delle relazioni fra gli studenti e i docenti e fra gli studenti stessi.

“L’amore per l’educazione” è un progetto che si propone di mettere pienamente a frutto questa esperienza, nella quale si rispecchia pienamente l’attività dell’Istituto di Pratiche Teatrali per la Cura della Persona, attraverso la circuitazione del racconto delle pagine di “Cuore” nelle scuole e per le scuole e l’applicazione delle tecniche del teatro nello spettacolo e oltre lo spettacolo. 
 

L'AMORE PER L'EDUCAZIONE
meditazione pedagogica a cura di Gabriele Vacis
scenofonia Roberto Tarasco
coordinamento Andrea Ciommiento
visual Simone Rosset
distribuzione Angelo Giacobbe CMC/Nidodiragno
Istituto di Pratiche Teatrali per la Cura della Persona  
 

Eventi passati

L’AMORE PER L’EDUCAZIONE
tratto dal libro Cuore
di Edmondo De Amicis

De Amicis non racconta la scuola del tempo, l’obbligo scolastico terminava a 9 anni e il tasso di dispersione scolastica era altissimo, di fatto i bambini erano visti più come forza lavoro che non come semi dai quali sarebbe germogliata la società…
De Amicis non racconta la scuola del tempo, l’obbligo scolastico terminava a 9 anni e il tasso di dispersione scolastica era altissimo, di fatto i bambini erano visti più come forza lavoro che non come semi dai quali sarebbe germogliata la società…

Diario del progetto

pubblicato Mer, 06/05/2020 - 15:03
Prima di tutto ringraziare.  Grazie alle tantissime persone che continuano a condividere, commentare e criticare il documento “riAprire i teatri”. Grazie a due maestri che ci hanno incoraggiato con parole bellissime: Eugenio Barba e Giuliano Scabia. Ringrazio loro insieme a tutti quelli che ci hanno mandato e continuano a scriverci buoni consigli.
pubblicato Gio, 30/04/2020 - 12:43
Il teatro, più che creazione di forme è creazione di relazioni tra le persone. Prendiamo tutto il coraggio che abbiamo accumulato in questo isolamento e portiamo al Carignano tutto quello che c’è dietro allo spettacolo, tutti i giorni, per tutto il giorno. E anche certe notti.
pubblicato Lun, 22/10/2018 - 10:48
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pubblicato Dom, 27/05/2018 - 12:41
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pubblicato Dom, 25/03/2018 - 14:51
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pubblicato Mer, 14/03/2018 - 14:54
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