LA NOSTRA BELLEZZA QUOTIDIANA
Nel discorso del presidente Mattarella, 3 febbraio 2022:
...Un’Italia che tragga vantaggio dalla valorizzazione delle sue bellezze...
...L’Italia è, per antonomasia, il Paese della bellezza, delle arti, della cultura. Così nel
resto del mondo guardano, fondatamente, verso di noi. La cultura non è il superfluo: è
un elemento costitutivo dell’identità italiana. Facciamo in modo che questo patrimonio
di ingegno e di realizzazioni – da preservare e sostenere – divenga ancor più una risorsa
capace di generare conoscenza, accrescimento morale e un fattore di sviluppo
economico.
La bellezza è il petrolio italiano. Il valore della bellezza... Quanto vale la bellezza?
Può valere denaro?
Ma soprattutto: dov’è la bellezza? Cosa è bello?
Dal 2012, da ormai quasi dieci anni, siamo andati in giro a CERCARE BELLEZZA.
Abbiamo incontrato persone, soprattutto ragazze e ragazzi per cercare di capire di cosa parliamo quando parliamo di bellezza.
Il film racconterà questo percorso. I personaggi che abbiamo incontrato, i loro sentimenti, le loro relazioni, l’intrecciarsi delle loro storie.
Nel 2012 abbiamo cominciato a chiederlo a ragazze e ragazzi che vivono in posti defilati, periferici, luoghi dove la bellezza non andresti a cercarla.
Abbiamo piantato un set cinematografico ad Alessandria, in una scuola, e lo abbiamo chiesto ai ragazzi di questa scuola.
Poi abbiamo piantato il set a Vercelli, dentro al Centro estivo di Don Matteo, poi a Novara.
Poi siamo arrivati a Torino, ma in periferia, a Moncalieri, a Settimo Torinese...
I Ragazzi, non è che hanno fatto teorie filosofiche sulla bellezza.
Ci hanno raccontato storie.
Perché nei colloqui che abbiamo ripreso non facevamo domande che richiedevano opinioni come risposta ma, appunto, storie: i loro momenti di bellezza, i momenti e i luoghi belli della loro vita, le loro case e i loro amici.
Wendy, sedici anni, racconta la bellezza del quartiere dove vive: la zona più malfamata di Alessandria.
Un ragazzo racconta il momento più bello della sua vita: quando ha visto il punto esatto, sulle Montagne Rocciose, in cui Forrest Gump ha detto – sono un po’ stanchino. – E spiega perché era bello quel momento: perché era con suo papà.
https://www.youtube.com/watch?v=Fv63imcx3Z0
Parlare di bellezza è parlare di relazioni tra le generazioni, tra padri e figli:
Una ragazza racconta la morte della nonna, con tutta la famiglia che si riunisce e un’altra ragazza si stupisce della scoperta: ma quindi può esserci bellezza anche nella morte.
Abbiamo avuto “testimonial” che ci hanno aiutato a cercare bellezza:
https://vimeo.com/user13481475
Nel corso del tempo, poi, dal Piemonte abbiamo viaggiato verso la Toscana, verso luoghi che sono la meta dei turisti di tutto il mondo.
Ma dov’è la bellezza per chi vive ad Arezzo? Per chi può entrare ogni giorno in cattedrale a vedere Piero Della Francesca?
Poi siamo andati a Napoli dove abbiamo incontrato Imma, che ha diciassette anni, per lei la cosa più bella uno sguardo, lo sguardo di sua sorella piccola sui pastori di San Gregorio Armeno. E Mattia, diciotto anni, per lui la bellezza è essere stato bambino a Secondigliano. O Paul che sta a Napoli ma è nato in Brasile: per lui la bellezza sono i vasi di fiori davanti alle case, che preservano la natura. Nel corso del tempo abbiamo raccolto una grande quantità di storie.
Storie che ci hanno fatto capire come la bellezza va cercata nelle relazioni tra le persone più che nelle forme.
Nella loro presenza, nel loro essere.
Nel frattempo abbiamo scoperto Wendy Stainer, una studiosa canadese che scrive libri che si intitolano “The scandal of pleasure” oppure “Venus in exile”. Lei dice che per secoli la bellezza è stata ostaggio della forma, il futuro della bellezza è nelle relazioni, nell’interazione.
Quello che ci spinge a fare ora un film montando tutto il materiale che abbiamo raccolto in questi anni è l’unicità del tempo che viviamo. La pandemia ci ha costretti a guardare dentro alla nostra vita. A guardare con occhi diversi l’ambiente che ci ospita.
A riscoprire parole come presenza, relazioni, contatto. Dov’è la bellezza nel tempo del virus? Ne è rimasta da qualche parte?
I giovani scappano dalla scuola: non ci STANNO DENTRO. sempre più difficile “starci dentro”.
È sempre più difficile star dentro agli obblighi della giovinezza: essere sani, belli, in forma, performanti, competitivi...
Paradossalmente, però, le istituzioni educative, dalla famiglia alla scuola ai mass media, insegnano la SICUREZZA. La sicurezza come obiettivo nasce dalla paura, e genera isolamento. L’arma della sicurezza è la prudenza, la prima delle virtù cardinali. Ma se la si isola dalle altre, giustizia, fortezza e temperanza, la prudenza si confonde con la pigrizia, il conformismo, con l’indifferenza e la rassegnazione. Ed ecco il paradosso: pigrizia e conformismo, indifferenza e rassegnazione non servono sicuramente neanche ad essere sani, belli, in forma, performanti e competitivi. Questo paradosso genera la perdita della presenza.
"L’appello è il momento più importante della scuola" dice uno degli scrittori più amati dagli adolescenti, Alessandro D’Avenia.
L’appello ti chiede: ci sei? Sei presente? Essere presenti a sé stessi e agli altri. Consapevolmente. Starci dentro. STARE.
Questo è il primo obiettivo da porsi per affrontare e prevenire il disagio e la dispersione scolastica, per costruire COMUNITA’ EDUCANTI.