L'istituto

ISTITUTO DI PRATICHE TEATRALI PER LA CURA DELLA PERSONAIstituto

Un progetto di Gabriele Vacis, Roberto Tarasco, Barbara Bonriposi
realizzato dal Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale
grazie al sostegno della Regione Piemonte  e della Compagnia di San Paolo

L’inclusione è ormai la poetica di molti tra gli attori, registi, drammaturghi più innovativi. Questa realtà comporta un mutamento radicale delle figure stesse dell’attore, del regista e del drammaturgo. Un loro ripensamento profondo. 

Il Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale sostiene da tempo il teatro come opportunità di integrazione, condivisione e coesione. In quest’ottica di teatro inclusivo, impegnato ad operare in aree disagiate della società, ha deciso di accogliere e sviluppare il progetto di Gabriele Vacis, Roberto Tarasco e Barbara Bonriposi: l’Istituto di Pratiche Teatrali per la Cura della Persona. Grazie al sostegno della Regione Piemonte e della Compagnia di San Paolo. A partire dal 2017 un nuovo dipartimento del Teatro Stabile realizza attività, laboratori, seminari, performance e “ambienti” dedicati alla cittadinanza. In una prima fase il lavoro privilegia le comunità dei migranti presenti nell’area metropolitana di Torino e sul territorio piemontese.

L’Istituto di Pratiche Teatrali per la Cura della Persona è considerato anche dal Ministero per i beni e le attività culturali quale progetto pilota a livello nazionale. Da sempre il teatro impiega le proprie tecniche oltre lo spettacolo: lo psicodramma, la musicoterapia, la danza come antidoto alla nostra vita statica, l’animazione nelle periferie più degradate, sono consuetudini diffuse e ormai popolari. Si impiega la narrazione in campo medico e il gioco teatrale nella gestione delle disabilità... Tutte queste pratiche si fondano sulla consapevolezza di sé, degli altri, del tempo e dello spazio, che è alla base del teatro di ogni tempo.  

Oggi c’è molta più gente che fa teatro, che danza, di quanta non vada a vederli teatro e danza. Grandi registi e grandi attori hanno ispirato queste strade del teatro da più di un secolo. E oggi accade che molti artisti non percepiscano più l’azione sociale come un dovere civile o una benevola elargizione. Il coinvolgimento del cittadino, della persona, nel lavoro artistico è ormai la poetica di molti attori, drammaturghi, registi. Il nostro presente tecnologico produce forme a getto continuo: l’arte non è più solo creazione di forme ma anche inclusione. L’Istituto di Pratiche Teatrali per la Cura della Persona, nasce per comprendere questa articolazione del teatro. L’Istituto di Pratiche Teatrali per la Cura della Persona nasce dalle esperienze di Gabriele Vacis, Roberto Tarasco, Antonia Spaliviero e dal vasto gruppo di collaboratori che li hanno seguiti in questi anni. Dalle varie edizioni di “Schiera”, metodo di allenamento all’attenzione, ai laboratori che sono confluiti nel film “La paura siCura”, dalle pratiche con i disabili fisici e psichici fino al progetto ideato da Antonia Spaliviero e realizzato con la Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento della Gioventù, la Regione Piemonte e il Teatro Stabile di Torino “Cerchiamo Bellezza”.

L’obiettivo primario è, anzitutto,
saper stare consapevolmente in relazione con gli altri. In scena come nel quotidiano.

Il metodo di apprendimento applicato si fonda sull’esercizio costante e rigoroso della consapevolezza (awareness) e dell’attenzione, tramite la pratica dell’azione fisica, vocale e della narrazione e sulla Schiera, uno strumento articolato di costruzione della propria presenza e un modo di riflettere sullo spazio e sulle relazioni. La Schiera è l’ambiente in cui tutto ciò può avere luogo, la possibilità di un movimento funzionale alla situazione o a un contesto collettivo. È un metodo che sviluppa un respiro comune in uno spazio diversamente abitato. L’obiettivo primario è, anzitutto, saper stare consapevolmente in relazione con gli altri. In scena come nel quotidiano.